Antico Palazzo dei Vescovi
Documentato fin dal 1091, l’edificio medievale è simbolo e manifestazione del potere del vescovo in città e delle sue alterne vicende, sorto in dialettica con la fabbrica della nuova cattedrale e con la nascente istituzione del Comune. Inizialmente ebbe l’aspetto di una residenza fortificata, per poi acquisire nel 12° secolo quello di dimora signorile.
Nella corte, tra il 1163 e il 1180, furono costruite la sagrestia di San Jacopo, legata ai rapporti tra Pistoia e Santiago di Compostela e alla memoria dantesca del furto portato a termine da Vanni Fucci, e sopra a questa la cappella vescovile dedicata a San Nicola. Un grande arco metteva in collegamento la corte con il vicolo del Duomo, sottolineando i legami dell’edificio episcopale con la canonica e con la cattedrale.
Nel 16° secolo l’edificio raggiunse una notevole eleganza, cominciando però a rivelarsi carente di locali di servizio: il palazzo, che era stato abitato per secoli dai vescovi cittadini e che ormai era diventato inadeguato alle mutate esigenze abitative, fu venduto nel 1786 dal vescovo Scipione de’ Ricci.
Tra 1863 e 1865 l’edificio fu completamente stravolto per accogliere botteghe e appartamenti privati, e successivamente dagli anni Ottanta del Novecento ospitò il primo Museo dell’Antico Palazzo dei Vescovi.
Negli ultimi anni sono stati avviati lavori di restauro e di adeguamento al termine dei quali tutto il palazzo sarà destinato a museo, diventando un luogo d’incontro tra presente, passato e futuro: quattro piani interamente dedicati al racconto delle storie della città, dei suoi legami con il territorio, con l’arte e la cultura dall’antico fino alla contemporaneità.